Le etichette dell’Olio: approfondimento sulla “IGP”

Le etichette dell’Olio: approfondimento sulla “IGP”

Qualche mese fa, nell’articolo pubblicato su Olio Basso “Le etichette dell’Olio: cosa significano DOP e IGP”, vi abbiamo presentato una panoramica dei significati delle differenti etichette presenti sui prodotti enogastronomici dell’Unione Europea: DOP, IGP, STG, PAT e Bio. Successivamente, in un altro articolo che tratta il significato di DOP e IGP , abbiamo approfondito il significato del marchio DOP e cosa implichi la sua adozione.

Dedichiamo un ulteriore articolo per approfondire il senso e il valore dell’altro, fondamentale riconoscimento condiviso a livello europeo: il marchio di Indicazione Geografica Protetta. Ricordiamo che IGP è un’etichetta adottata a livello comunitario e anche da paesi limitrofi, come nel caso della Svizzera.

Cosa significano le etichette “IGP”

L’etichetta di Indicazione Geografica Protetta è attribuita dall’Unione Europea ai prodotti agroalimentari che detengono determinate qualità, reputazione o ulteriori caratteristiche dipendente dalla loro origine geografica. In più la normativa prevede che almeno una delle fasi di produzione, trasformazione e/o elaborazione del prodotto IGP debba avvenire all’interno di una determinata area geografica.

In Italia l’IGP è riconosciuta a circa 100 prodotti agroalimentari. In Campania, ad esempio, sono sottoposti a etichetta IGP la castagna di Montella, il carciofo di Paestum e il limone di Sorrento. Anche in questo caso sarebbe impossibile riportare per esteso l’elenco dei prodotti IGP italiani. Ma online è disponibile e costantemente aggiornata dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali la lista ufficiale di prodotti IGP italiani. Tra gli oli ricordiamo: l’olio d’oliva delle Marche, l’olio di oliva di Puglia, l’olio di oliva di Roma, l’olio di oliva Lucano, l’olio d’oliva Toscano, l’olio d’oliva di Calabria e l’olio d’oliva di Sicilia. Questi ultimi due oli sono protagonisti di ben due bottiglie della Selezione Oli d’Italia – Sabino Basso: IGP Calabria e IGP Sicilia.

Come nel caso dell’etichetta DOP, anche la dicitura IGP tutela il prodotto non solo nella regione e nella nazione di appartenenza, ma anche in tutto il territorio UE e in altri paesi europei. L’etichetta IGP quindi non è solo un mero riconoscimento, ma contribuisce a divulgare e proteggere un prodotto, la sua filiera produttiva e il territorio che contribuisce a coltivarlo, lavorarlo e poi produrlo.

Le norme del marchio IGP

Il marchio IGP indica, già nella sua nomenclatura, un territorio di riferimento a cui si lega il prodotto che riceve tale riconoscimento. Ciò equivale a dire che il prodotto è legato da una particolare qualità, dalla reputazione o da un’altra caratteristica al luogo di origine geografica e la sua produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un territorio ben preciso. Per ottenere il marchio, almeno una delle fasi di produzione deve essere effettuata nella zona in questione.

L’IGP è regolamentata dalla stessa legge dell’etichetta DOP. Ci riferiamo in particolare al Regolamento CEE 510/2006 (in precedenza Regolamento CEE n. 2081/92) su Protezione delle Indicazioni Geografiche e delle Denominazioni d’Origine dei prodotti agricoli e alimentari. All’articolo 2, comma 2, si legge:

Ai fini del presente Regolamento si intende per:

  1. b) indicazione geografica: il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare – originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e – di cui una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica possa essere attribuita all’origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell’area geografica determinata”.

Il successivo art. 5 del Regolamento UE nr. 1151/2012 ha poi integrato quanto affermato enucleando il rapporto del prodotto con il territorio di riferimento.

Perché il marchio IGP è importante

L’IGP è un marchio che viene attribuito dall’Unione Europea a quei prodotti agroalimentari fortemente dipendenti dall’origine geografica. Riconosce, quindi, l’enorme produzione unica che caratterizza gli Stati membri e le loro regioni.

Un prodotto contrassegnato con il marchio IGP è una chiara indicazione per il consumatore. Egli saprà infatti che un dato alimento ha un legame unico e speciale con il territorio di appartenenza e di riferimento.

Inoltre anche i prodotti IGP devono rispettare un rigido disciplinare di produzione e sono sottoposti ai controlli degli enti specializzati. Anche in questo caso i prodotti e i produttori sono organizzati in consorzi, esattamente come avviene per il marchio DOP.

Come si ottiene il marchio IGP?

Il riconoscimento IGP è un’altra delle garanzie comunitarie sulla qualità dell’alimento per il consumatore e una protezione delle tradizioni agricole e alimentari, di cui viene riconosciuto il ruolo storico, culturale, economico e antropologico. Rispetto al marchio DOP, il suo focus sono i territori e il loro ruolo nella costruzione di quel patrimonio collettivo che è la produzione agroalimentare europea (e italiana).

Anche in questo caso i produttori sono organizzati in consorzi territoriali di tutela e valorizzazione dei prodotti, costantemente impegnati nel conseguire e nel preservare il riconoscimento dell’etichetta IGP. I consorzi ricoprono anche i ruoli di vigilanza e di monitoraggio in merito al disciplinare produttivo.

Ai consorzi spettano anche le iniziative divulgative, volte a far conoscere un dato prodotto e per diffonderne e farne conoscere gli usi e le potenzialità ai consumatori. Come nel caso del marchio DOP, queste iniziative possono tenersi a qualsiasi livello: da quello prettamente locale fino agli eventi continentali e internazionali.

Un bracciante raccoglie un limone di Siracusa IGP, in una foto dell’Archivio Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa IGP. (Wikimedia Commons, CC BY 3.0)

I vantaggi del marchio IGP

Come nel caso delle DOP, il marchio IGP non è “solo” un premio. È, piuttosto, un modo per riconoscere e proteggere l’autenticità di un prodotto locale.

Riprendendo uno degli esempi iniziali: il Carciofo di Paestum IGP è indissolubilmente legato alla località di Paestum e al Cilento. Non potrebbe esistere una verdura identica in un’altra località, perché parte del processo di coltivazione, produzione, lavorazione e anche della preparazione finale è squisitamente locale e legato a quel territorio. In altre parole: come non esistono paesi, boschi, fiumi, mari, case ed esseri umani uguali, così per i prodotti.

Bisogna anche ricordare come l’Indicazione Geografica Protetta sia peculiare nella sua tutela delle ricette e di parte dei processi produttivi caratterizzanti di un luogo. Ciò significa che il marchio non si interessa e non si lega all’origine del prodotto, a cui è dedicata la DOP, ma si concentri nel conferire tutela giuridica e riconoscimento formale a un prodotto originario di un luogo – anche se ciò vale solo per la sua fase “finale”.

Gli effetti del marchio IGP

produttivo e l’economia dei territori. Il rapporto indissolubile con un dato luogo – di origine o di lavorazione – e il riconoscimento contribuiscono a salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversità di una determinata area. Non solo: sostengono la coesione sociale di intere comunità, contribuendo alla rivalutazione di aree agresti e di altri paesi.

L’essere un marchio comunitario semplifica il riconoscimento dei prodotti IGP e consente ai consumatori di scegliere tra tanti prodotti unici e inequivocabili. L’Italia, inoltre, è il paese con il maggior numero di prodotti IGP. La nostra produzione agroalimentare ha quindi la possibilità di raggiungere un maggior numero di persone e di farsi scoprire da sempre più europei (e non solo).

In conclusione, il marchio IGP è un riconoscimento che dà valore ai prodotti e ai territori a cui questi si legano. Soprattutto può portare valore e interesse per quei territori dove un prodotto viene preparato, coltivato oppure elaborato, contribuendo attivamente e inderogabilmente alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni e dei costumi, delle peculiarità locali nel corso del tempo.